sabato 12 luglio 2014

THE "HAPPY HAPPY" MONK

Le nuvole nere e cariche di tormenta iniziavano a piangere pioggia
E io volevo piangere dalla gioia, eravamo stanchi, anzi direi distrutti... arrivare al villaggio fu un sollievo.



Finiva il 1º giorno del trekking Kalaw-Lago Inle sì, quel famoso trekking in cui il mio moroso mi ha fatto le corna, andando a letto con una sanguisuga, di quelle vere, rossicce e schifosette! Ma questa è un’altra storia…

Non avevamo idea di dove ci trovavamo però il nostro piccolo, minuscolo, microscopico paesino ci stava riservando una seratina curiosa.
Decidiamo andare a fare un giretto: una stradina fangosa, bambini allucinati a vedere le nostre facce bianche, un pugno di donne che lavoravano la terra e un monastero. 
Ci avviciniamo no? Eh certo! Io non mi tiro indietro! Annamo!!




Ad accoglierci, manco sapessero che tre facce bianche sarebbero arrivate di lì a poco, un gruppo di piccoli monaci che stanno facendo i compiti. Ok, stavano facendo i compiti: adesso è troppo difficile rimanere concentrati... soprattutto se più che stoffa da monaco hai l’anima da modello e al vedere la macchina fotográfica inizi a posare come se fossi la stella dell’ultima campagna di Dolce e Gabbana… 



E all’improvviso arriva LUI.

“Hello, hello! Come in!” Ci invita a entrare nel SUO monastero, ci fa sedere e inizia a offrirci dolcetti, bagigi, banane e te.
E inizia lo spettacolo: 
“Di dove siete? Ahahahhahahaha!!!” 
“Spagna, Italia e Slovenia” 
Ahahah happy happy! Ahahahaha! Spagna Slobvsgcghs Italia ahahaha happy!!!” 
Continua così una mezz’ora, ridendo a crepapelle e mescolando frasi inglesi, birmane, italiane il tutto condito con risatine e l’inconfondibile “happy happy!!!”



Poco abbiam capito di quel che lì si è detto, ma la lingua universale dei sorrisi e del buon feeling ci lascia chiaro che siamo nel posto giusto, nel momento giusto e tutti quanti iniziamo a ridere e a gridare “happy happy!!”.

Io non so se davvero abbiam trovato la persona piú happy del mondo, se le banane erano straordinariamnte buone, se il te era fatto con qualche erbetta speciale, o se la risata è la droga più potente ce c’è, ma non potremo mai dimenticare quel giorno in cui, persi tra i monti della Birmania, abbiamo conosciuto il Monaco Happy Happy!

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