martedì 16 settembre 2014

ERAVAMO 4 NEURONI AL BAR (II)

Da un paio di giorni abbiamo cominciato un nuovo (ultimo?) housesitting in una casetta circondata da prati, alberi e campi. Mentre scrivo ci sono 4 galline che mi spiano dalla finestra. Mai avrei pensato di avere 4 galline stalker: vedere per credere.


Sto aprofittando queste giornate meteorologicamente pazze per continuare a scrivere un libro sull'India e ho bisogno di una pausa da questo viaggio virtuale al sub-continente fatto di colori e odori, che mi ha rubato un pezzettino di cuore. 


CUORE
Se penso alla parola Cuore mi vengono in mente il libro di De Amicis, i cuori spezzati che gli innamorati indossano come prova d'amore, una rivista spagnola tipo Novela2000 (esiste ancora?). Ma mi viene in mente sopratutto una domanda: chi sarà stato il primo a disegnare la forma del cuore (non quello dell'organo che ci mantiene in vita, ma quello che disegnavamo sui banchi di scuola con le iniziali del nostro amato).
E siccome sono un po' molto nerd e un po' molto curiosa, ho cercato rapidamente e san google mi ha dato la risposta: sembra che il simbolo del cuore derivi dal seme/frutto del Silfio, una pianta estinta che si utilizzava come contracettivo (l'avrà fatta estinguere qualche farmeceutica!). Da qui l'associazione all'amore. 
Poi ci sono gli eterni romantici che dicono che venga dall'unione delle teste di cigno (che suona un po' a parolaccia) e quelli, più pratici, che vedono nel simbolo del cuore un chiaro culo capovolto (come dargli torto!).


CAPOVOLTO
In questo momento sono capovolta: sto vivendo a testa in giù in Nuova Zelanda da 4 mesi. 4 mesi in cui abbiamo visto un bel po' di cose e la stra-maggioranza hanno a che vedere con la natura: la natura è la grande alleata della Nuova Zelanda. Sarà che si trova cosí al culo "cuore al rovescio" del mondo che non ci sono abbastanza uomini per contaminarla che qua vai a fare un giro ed è tutto un susseguirsi di "woooo" "ahhh" "wooow". E qua piace così tanto il contatto con la natura... che camminano scalzi! Non tutti eh, ma neanche pochi: al bando le scarpe!


SCARPE
Quando vivevo a Barcellona avevo 521 paia di scarpe. Poi mettevo quasi sempre le stesse 4 o 5 eh, ma avevo una scarpiera che avrebbe fatto invidia a un millepiedi e a Selvaggia Lucarelli (vabbè dai non esageriamo, a la Lucarelli no). 
Mettevo anche i tacchi, e quando torno a casa lo faccio ancora eh, ma da quando ho iniziato a viaggiare a tempo completo ho scoperto che la mia scarpa preferita non è una scarpa: sono le infradito! Anche se c'è un posto dove se potessi mi metterei gli scarponi da montagna...


SABBIA
Oh so' strana: lo so che la maggior parte della gente (normale) adora la sensazione di camminare scalza sulla spiaggia, sentire i granelli di sabbia tra le dita, sprofondare i piedi in sti detriti di rocce e minerali. Bleah!
A me fa lo stesso effetto di quando il gessetto stridula sulla lavagna, una forchetta raschia il piatto o Enrique Iglesias canta una canzone dal vivo.


ENRIQUE IGLESIAS
Ecco, come son finita a parlare di Enrique Iglesias non lo so. Ma questo post non doveva servire a rilassarmi? Vabbè, le regole son le regole (ma quali regole?) e allora parliamo di 'sto figlio d'arte. Julio dicevano che c'aveva il suo perché (136 anni fa eh, adesso è un dinosauro!) ma a me Enrichetto non è mai piaciuto. Un po' per quell'espressione un po' da cane bastonato, un po' da pesce che si sta asfissiando e un po' per solidarietà a suo fratello Julio Iglesias Junior, che manco chiamandosi come il padre nessuno se lo fila! 


FILA
La fila indiana (e qua mi ricollego un poco a Julio Iglesias che ha un' aria un po' d'indiano d'america non ti sembra?) è qualcosa che gli italiani non riusciamo proprio a fare. Non ce l'abbiamo proprio nel dna. Ma neanche gli spagnoli eh. Sarà un problema dei latini, non lo so, ma è come se c'avessimo una fobia arcaica verso l'idea di formare una fila. Noi preferiamo stare vicini vicini e fare una calca umana. L'esempio perfetto è all'aeroporto: impossibile mantenere una fila, diventiamo come  atomi impazziti o nel peggiore dei casi come un gruppo di ragazzine ad un concerto dei One Direction. 
Che poi perché? Se il biglietto è numerato! E poi il 90% delle volte prima di imbarcare (imbarcare? imaereoare semmai!) ti fanno salire su un autobus che in 25 secondi ti lascia di fronte all'aero. 
E la storia si ripete. È roprio vero che l'uomo è l'unico animale che inciampa due volte sulla stessa pietra (logico: è perché non la vede! Colpa della calca che gli disturba la visuale).


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