domenica 10 maggio 2015

OSAKA: TRA NEON E TAKOYAKI

-Lì non c’è niente da fare
-È brutta
-Ci sono solo neon e takoyaki
-3 giorni ad Osaka? Wtf!


Queste, ed altre frasi simili, sono quelle che ci hanno accompagnato prima di arrivare ad Osaka. Sembrava che a nessuno piacesse, che stessimo andando a visitare la ‘Mordor’ giapponese, che avremmo perso solo tempo. 
E invece...

Siamo arrivati ad Osaka dopo aver passato il giorno a Nara (evitando la morte da incornata di cervo, ma questa ve la racconto un’altra volta). 
La prima impressione fu quella di essere in una città piena di grattacieli, neon, luci, persone e... cibo!

... e robot!

Già lì la mia sensazione era buona, ma fu quando il rifesso di un tramonto rosa pastello ci avvolse nel suo abbraccio che capì che Osaka ci sarebbe piaciuta. Morale della favola: non fidarti mai delle opinioni altrui (hihi, ok forse un po’ drástica, ma soprattutto quando di cose soggettive si tratta... meglio farti un' idea tutta tua).

Osaka non è una città con mille cose da fare e vedere, però il bello forse è proprio questo: hai tempo per trasformarti in un ‘osakegno’. Puoi passeggiare e perderti per le sue stradine, sorprenderti tra i colori (e odori!) dei suoi mercati, scoprire cosa diamine siano i rumorosissimi e sempre affollati ‘pachinko’, meravigliarti davanti all’autenticità degli izakaya (i ristorantini tipici giapponesi che sembrano usciti da un film dello Studio Ghibli) e ovviamente mangiare.... mmm che bene si mangia ad Osaka! 


Se vuoi scoprire quali sono i piatti tipici di Osaka guarda questo articolo

Poi c’è lui: l’imponente castello della città. Noi non ci siamo entrati: avendo un budget low cost e sapendo che saremmo andati a visitare quello di Himeji (che molti dicono essere il castello più bello del Giappone) abbiamo deciso così. Però guardare è gratis e lì, con lo sguardo all’insú rivolto verso il tetto color acqua marina, abbiamo conosciuto Saito.


Saito è un arzillo signore con lo sguardo dolce, le mani grandi e la passione per l’origami, l’antica arte giapponese di creare figure piegando la carta. In men che non si dica ci ha fatto un pavone e una libellula che ci ha poi regalato, con un grande sorriso.



Intorno a noi i ciliegi, timidamente, lasciavano intravedere i fiori. Una settimana dopo il sakura, così si chiama la fioritura, sarebbe esplosa in tutta la sua bellezza e avrebbe dato il via all’hanami, che letteralmente vuol dire ‘ammirare i fiori’. 




Durante l’hanami i giapponesi si riuniscono nei parchi, festeggiando con pic nic ricchi di cibo delizioso (e non mancano mai le birre, l’umeshu e il sake!)
Passeggiando per il parco abbiamo incontrato il cagnolino più simpatico di Osaka, che non appena ha visto Rober, gli è saltato in braccio facendogli mille moine. Ha così guadagnato un massaggio spagnolo, che non sarà famoso come quello balinese, ma che non è da buttare ;)


Il nostro appartemento si trovava nella zona di Namba, vicinissimo al quartiere più famoso di Osaka: Dotonbori.


Dotombori è un’esplosione di colori, luci, cartelli pubblicitari giganti e in 3D, come quello del granchio di Kani Doraku, o quelli dei polpi dei negozi di takoyaki, o quelli dei ‘fugu’, i famigerati pesci palla che si mangiano... anche se sono velenosi!




Passeggiando per Dotonbori non puoi non entrare a curiosare tra i negozietti che vendono mille e una stranezze, visitare il simbolo della città: il corridore di Gilco e... 






... ovviamente, devi provare uno degli street food più buoni del Giappone: i takoyaki!



E parlando di gastronomia... ad Osaka, una delle cose più tipiche da fare è mangiare kushikatsu, spiedini fritti di carne, verdura, formaggio, pesce. Buonissimi!



Noi abbiamo ‘kushikatsuato’ con il nosotros amico Ikuo nel quartiere Shinsekai, che ha la fama di essere una delle zone più pericolose di tutto il Giappone. Forse lo era dopo la guerra, ma oggi è un posto sicurissimo, non preoccupatevi.




Qua tra un baretto, un neon e un altro potete incontrarvi faccia a faccia con la torre Tsutenkaku, che s’ispira un po’ alla Torre Eiffeil (con un po’ di fantasia eh!)


A volte non conta tanto cosa fare e vedere in una città, ma come ti senti. 
E noi ad Osaka ci siamo sentiti proprio bene...

Tu l'hai visitata? Ti è piaciuta?




1 commento:

  1. L'ho usata come base per tre notti da dove partire per le varie escursioni e l'ho visitata un solo giorno. Secondo me così è l'ideale..avendo meno "attrazioni" la si può visitare benissimo la sera, senza preoccuparsi degli orari di chiusura. Il castello di Osaka a differenza di Himeji è una ricostruzione in cemento armato e all'interno c'è un museo di storia del Giappone, molto interessante!

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